lunedì 14 settembre 2009

ULISSE

Di stanchezza onirica gli occhi roteanti
(rituale lotta al sonno incontrollabile),
sfumante l'eco di vicini inquieti e di gatti
scappati da fiabe cupe. Si allentano
le mandibole a simular la morte,
simbiotico tepore di corpo e
odorate lenzuola, in cui lenta naufraga
la coscienza fra le onde del buio...
Naufraga,
ed io salpo, infine,
con bianche vesti di un'altra me ritrovata
fluttuanti nell'aria opalescente di una visione
che promette...sempre più vagamente...
che il viaggio avrà...
un lontano ritorno...

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Gentile amica/o, grazie per avere letto le mie poesie, spero tu le abbia gradite e abbia voluto lasciare un tuo commento. A presto!