domenica 20 settembre 2009

VIAGGIANDO

Il treno corre.
Una grigia cornice
su estranei frammenti di quotidianità
resi opachi dalla condensa.
Frugo avida di segreti
fra le geometrie delle ombre,
in sfuggenti anfratti come nature morte
e ricordo il sapore delle fragole.

Il treno corre.
Furtivo lo sguardo
fra le fessure di consunti portoni;
vite appese ai fili come panni ad asciugare.
Rumore di ferro,
una carrozza riposa sul binario accanto
ricoperta di ruggine,
e ricordo un tramonto dello stesso colore.

Il treno corre,
e, al contrario, corrono la terra secca
e le umide nuvole,
alberi dondolano un saluto di vento
e ne indovino l'odore.
Una girandola di cane e coda
ignora un bimbo che a terra piange,
e ricordo campanelli di ninna nanne.

Il treno corre.
Incroci di binari mescolano direzioni e vite,
indistinto girone di anime sperse.
Grovigli senza via d'uscita,
salite e discese in ordine casuale,
miliardi di strade fittamente solitarie
ognuna con un luogo da attraversare.

Il treno corre.
Su questa piatta terra libera,
sotto questo cielo terso e infinito
scorrono, senza alcun merito,
i miei fortunati binari,
e dal posto che mi è stato assegnato
osservo la straordinaria varietà umana,
e con essa me.

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