C'è sempre un altrove di cui sentirsi orfani
negli anfratti amari dell' immaginazione,
una futile tensione all'eterno
che non inganna i sepolcri scoperchiati
esposti al gelo del sempre minor futuro;
serve volontà a coglier l'ironia nel potenziale
e tenerezza per l'incolpevole illusione,
un distacco lento dall'inesaudibile promessa,
che attutisca al paziente cuore il disincanto.
Mi lascio esistere nell'equilibrio che mi supera
e nell' ombra di me stessa evoco l'assenza nostalgica
dell'irraggiungibile meta come effettiva essenza
dell'infinito.
sabato 21 maggio 2011
sabato 7 maggio 2011
RESTO
Lo spessore dei giorni aumenta in prospettiva,
come s'infittisce d'estate il grano maturo
celando il rigolo avvelenato
reso innocuo dal tempo
che abitua il passo a oltrepassarlo.
Resto, come la rugiada
si fissa all'erba bruna del mattino,
col mio respiro e la mia sete, resto,
nell'ombra che scende sulla terra sudata
ove dimora il mio miracolo in questa vita.
Gli affido lo sguardo e accetto l'accordo tacito
che rivela l'enigma all'ultimo passo muto,
voltando le spalle a un'ostinata alba che presumo
e che risolvo in un sorriso.
come s'infittisce d'estate il grano maturo
celando il rigolo avvelenato
reso innocuo dal tempo
che abitua il passo a oltrepassarlo.
Resto, come la rugiada
si fissa all'erba bruna del mattino,
col mio respiro e la mia sete, resto,
nell'ombra che scende sulla terra sudata
ove dimora il mio miracolo in questa vita.
Gli affido lo sguardo e accetto l'accordo tacito
che rivela l'enigma all'ultimo passo muto,
voltando le spalle a un'ostinata alba che presumo
e che risolvo in un sorriso.
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