domenica 28 marzo 2010

FATO

Solcano arate quattro righe
sul palmo mancino,
formano due irte cime montane
che si intrecciano a valle
confondendo i versanti;
scorre lungo questi
il corso della mia vita,
frastagliata e accidentata
come so bene
ma più misteriosa,
e un rigagnolo scende impudico
verso le vene,
interrompendosi poi a metà
indeciso se proseguire
o cambiar sentiero;
pian piano come lisca si apre
e diviene più esile
ad ingannar le tracce
confuse nella nebbia secca della pelle,
come i giri in tondo di un tronco
a segnare gli anni;
son pieghe zingare
che da lontano sussurrano
celando segreti destini
e magie
ancora da compiersi.

Nessun commento:

Posta un commento

Gentile amica/o, grazie per avere letto le mie poesie, spero tu le abbia gradite e abbia voluto lasciare un tuo commento. A presto!