Ingannevoli specchi riflettono giochi
agli occhi di sbieco, sottintendono
artifici non sempre efficaci
di strategie consolatorie, tentativi
d'inventare riscontrabili ragioni
che a intermittenza sopportano il dolore.
Ma non muta la ripugnanza
ad ogni stoica rappresentazione,
se il cielo ti sputa il suo grigio e
sbeffeggia lo sforzo tendineo;
non basta a compensare i segreti
la palpebra chiusa sull'ovvio,
se cambia programma il tasto
fermo restando il resto.
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Gentile amica/o, grazie per avere letto le mie poesie, spero tu le abbia gradite e abbia voluto lasciare un tuo commento. A presto!